I Cristiani DEVONO Rifiutare la Moneta DEBITO – Parole di Gesù, altrimenti che Cristiani siete ?

I Cristiani DEVONO Rifiutare la Moneta DEBITO – Parole di Gesù, altrimenti che Cristiani siete ?

Autore –  Mario Haussmann

Mario Haussmann – Cristiani? Ecco un breve passo dal mio libro “Il Manifesto della Sociosofia”: ... Il cristianesimo originario era inflessibile su questo punto, poiché l’usura era considerata inconciliabile con l’amore cristiano per il prossimo. Clemente Alessandrino (150- c. 215), teologo e filosofo, espose: «Le leggi vietano a un fratello di praticare l’usura, e un fratello non è solamente colui che è nato da identici genitori, bensì anche colui che condivide l’origine e il pensiero… Non credete che questo comandamento sia cagionato da amore per il prossimo ?.


Il Dottore della Chiesa Basilio Magno di Cesarea (329-379), nell’anno 365 tenne una memorabile predica contro l’usura: «Il Signore diede una direttiva precisa: “se qualcuno ti chiede, tu dagli; e se qualcuno ti chiede in prestito, quello non lo respingere”». Basilio il Grande è indignato per l’indecente disonestà dei presta soldi, che abusano di altri cristiani, e continua: «…allora le notti non gli lasciano più pace, il giorno non si riempie di gioia, il sole non gli è più sereno; piuttosto la vita lo disgusta, odia i giorni che portano vicino la scadenza, teme i mesi come padri degli interessi. Quando dorme, ha sogni pesanti, vede nel sonno l’usuraio vicino. Quando veglia, il suo pensiero e la sua angoscia sono gli interessi».

  • ATTIVITÀ IN VENDITA

Degno di nota è il lungo elenco dei concili nei quali il prestito a interesse è stato condannato come peccato particolarmente grave: i concili di Elvira (305-306), Arles (314), Nicea (325), Cartagine (348), Tarragona (516), Acquisgrana (789), Parigi (829), Tours (1163), il concilio Laterano III (1179), quelli di Lione (1274) e Vienne (1311). In quest’ultimo concilio il giudizio della Chiesa divenne ancora più severo che nei precedenti. Si deliberò che perfino ogni sovrano che nel suo dominio non infliggesse severe pene a tutti gli usurai, venisse scomunicato, anche se personalmente non avesse contravvenuto a nessuna ordinanza ecclesiastica.


Nell’anno 1187 la chiesa vietò ai commercianti di rincarare i prezzi nel caso di vendita a credito. Nel 1179 il pretendere interessi su denaro prestato venne dichiarato “peccato mortale”. Gli usurai venivano scomunicati e privati di sepoltura cristiana. I predicatori itineranti, francescani e domenicani, affermavano che chi non restituisse gli interessi tolti alle proprie vittime avrebbe perso la propria anima immortale. Un decreto di papa Alessandro II (1010-1073) dichiarava che «ogni legislazione che permette l’interesse non ha alcun valore giuridico».

Giovanni Buridano (ca. 1295-1361), filosofo e rettore dell’università di Parigi, riteneva malvagio l’interesse in sé dicendo che era antisociale ed egoista, e che il prestatore fosse avido di qualcosa senza limiti. I pensatori del lontano passato avevano tutti riconosciuto l’evidenza che il meccanismo dell’usura concentrasse col tempo tutta la ricchezza della comunità nelle mani di pochi singoli.

San Bernardino da Siena (1380-1444) ha scritto che l’interesse «…è una malattia contagiosa, perché ora tutti gli uomini praticano l’usura».
Papa Innocenzo IV (1195-1254) vietò severamente l’usura spiegando gli effetti negativi del prestito a interesse, il quale induceva i ricchi a investire in mutui usurari garantiti, piuttosto che nell’ agricoltura. Anche Dante, nella sua Divina Commedia, pone gli usurai nell’ inferno infuocato.

 

LE RICETTE di MARIANNA della NONNA e BISNONNA

 

ISCRIVITI ALLA NEWS LETTER