Mario Haussmann

Milioni di persone in tutto il mondo hanno partecipato a manifestazioni di protesta contro la globalizzazione e le sue istituzioni. La moderna globalizzazione non è frutto dell’evoluzione naturale; essa è stata progettata e attuata dall’alta finanza con un proposito ben preciso.

La globalizzazione, così com’è stata concepita dall’élite, incentrata unicamente sui valori economici, ha via via generato uno sgradevole senso di disagio. Quando si osserva il malessere che essa ha prodotto, causando il crollo dello stato di benessere e l’impoverimento delle masse, la parola “globalizzazione” pare sinonimo di “turbo-capitalismo”, “neoliberalismo”, “modello finanziario anglosassone”, “capitalismo d’azzardo” e così via.

Globalizzazione oggi significa “monetarizzazione” del pianeta, che sottomette tutti i processi alla supremazia del denaro e al suo meccanismo intrinseco, che mira alla massimizzazione del profitto. Così l’idea teoricamente neutrale della globalizzazione è stata pervertita in una pretesa monopolistica politica della cupola dei banchieri. Nel linguaggio politico, la globalizzazione ha preso il significato di istituzione del “mondo unico”, sotto la direzione politica dell’alta finanza, tramite il suo braccio esecutivo rappresentato dagli Stati Uniti.

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Una delle conseguenze di questa circostanza è che la globalizzazione si colora di americanismo. Con l’avanzare della cosiddetta globalizzazione, i popoli vengono indotti dai meccanismi sistemici di questa politica ad accettare la civiltà americana con il modo di vivere americano, la cultura di Hollywood, l’effetto ipnotico delle multinazionali, e a credere nel dollaro come valuta di rilievo mondiale.
L’intero creato ha come caratteristica comune la molteplicità. A seconda delle condizioni ambientali, nella Natura si sono formati esseri viventi molto differenziati. Nel mondo umano le leggi della Natura hanno prodotto le varie tipologie, che caratterizzano i differenti popoli. La ricchezza culturale dell’umanità è data dalla loro varietà di tradizioni. Ogni popolo, ogni gruppo, ha seguito la propria via per condurre un’esistenza sensata.
A proposito dell’acritica imitazione dell’“American Way of Life”, il 30 luglio 1918 Rudolf Steiner osservò che «Dobbiamo riallontanarci da ogni incensamento dell’americanismo, al quale ci siamo abbandonati sufficientemente; e proprio perché il timore dello spirituale è l’elemento caratteristico nell’americanismo, possiamo vedere che, nelle attuali circostanze catastrofiche, l’elemento americano, quale il vero male profondo, aumenterà sempre vieppiù».
Di certo costituisce una perdita e un appiattimento culturale la standardizzazione progressiva dei popoli della Terra che si stanno uniformando nel loro comportamento, nelle loro espressioni culturali, nel loro vestiario e nell’alimentazione come anche nell’architettura e, soprattutto, nel loro pensiero. Le culture differenti dei popoli europei sono divenute praticamente inavvertibili, grazie al capitalismo e alla cultura americana.