Avv. Marra :Lelle Mora e la SCONFITTA dei miei AGENTI TELEVISIVI.. DISSE INFATTI LELE

MARRA: LELE MORA E LA SCONFITTA DEI MIEI AGENTI TELEVISIVI.. DISSE INFATTI LELE: «Gino, ti prego, lascia stare con questi tuoi discorsi che sei tabù: ora il tuo agente sono io: dimmi in quale trasmissione vuoi andare, mi paghi, e io ti ci faccio andare: punto!» Ovvero: inaccessibilità della dissidenza ai media che contano e vanificazione, in quanto non omologato, del dissenso su facebook.

Era il 2011. Io non ero sorpreso per niente, anzi, già lo sapevo, ma per Lele fu uno shock: era stranito, non si capacitava..

Lele, un uomo buono benché non lavorasse né per la crescita morale delle educande né da rivoluzionario né da buon samaritano.

Una vittima di una giustizia che usa le cose suggestive per distogliere dai veri crimini, a partire da quelli delle banche, e soprattutto dal signoraggio.

Un uomo che, sapendo bene perché volevo accedere ai media e di cosa volevo parlare (avevamo già fatto il video di Ruby sul signoraggio), si era cimentato senza riserve per aiutarmi a riuscirci, e che, per darmi una concreta testimonianza di condivisione di quella lotta, non aveva più voluto i 24.000 euro che avevamo concordato per interpretare il noto spot su Il labirinto femminile.

L’avevo avvertito che far accedere me ai media sarebbe stato arduo, che il mio tabù era invincibile, ma nemmeno ci aveva badato: si sentiva, ed era, potentissimo.

Gli pareva che nelle reti Mediaset non si muovesse foglia che lui non volesse e sapeva che anche nelle reti RAI dovevano accontentarlo per non incorrere nei suoi veti in Mediaset.

Ma ecco che, d’un tratto, si accorgeva che non era vero niente; che per lui le porte di Mediaset non erano affatto tutte spalancate; che ce n’erano alcune ben chiuse;che il gioco era molto più grande di lui..

Nonostante tutto il suo potere, per me non era riuscito a trovare nessun tipo di spazio da nessuna parte.

Quanto grande doveva mai essere la paura del regime per causare che, solo al sentire il mio nome, tutti si dileguassero?

..Era stupefatto, ma anche sdegnato: aveva capito l’importanza della mia lotta e non volle rassegnarsi: avremmo provato altre strade: mi avrebbe presentato l’uomo chiave dei servizi segreti del governo Berlusconi, avremmo chiesto il suo aiuto..

Uomo chiave dei servizi che risultò poi essere un mio vecchio amico che nemmeno lui poté far nulla, come i vari altri interpellati.

Cose per me risapute, perché era dal 1985 che – avendo fino a pochi anni or sono notevoli disponibilità economiche (conto di riaverne in breve di ben maggiori) – cercavo persone e sistemi per aprire brecce nel muro del silenzio mediatico.

Perché narro queste cose?

Per dire che il vero problema da risolvere è l’inaccessibilità ai media, perché internet non è omologante e comunque è anch’essa controllata, sicché fa in modo che le cose scomode non arrivino mai ai grandi numeri che poi costringerebbero la TV ‘grossa’ ad intervenire.

Cose che dobbiamo sapere per capire che dobbiamo orientare la lotta verso il fine di conquistare spazi nei media mainstream (principali), quelli delle cose omologate, quelli ai quali la gente può e deve credere.

Perché il mondo internet è libero proprio perché lo si è così trasformato nel mondo delle ‘bufale’; o meglio, nel mondo in cui le ‘bufale’ sono così tante che diventa difficile distinguere le cose serie.

Un meccanismo che rende la lotta su facebook dei veri dissidenti utile più che altro per tracciare la strada per il momento in cui i poteri decideranno di cambiare.

Decisione di cambiare che non verrà presa né dai poteri né dalla gente per motivi inerenti all’economia, ma solo perché la società vi sarà ora costretta dalla catastrofe climatica.

Siamo insomma nel bel mezzo di una pericolosissima contraddizione.

Non possiamo infatti certo augurarci che la catastrofe climatica cominci a manifestarsi seriamente al più presto, ma, se tarda, più tarda e meno diventa probabile che riusciremo a fermarla.

Insomma, come disse il venditore di lupi al compratore che gli chiedeva di indicargli il migliore: «accidenti al meglio!»

1.9.2017, Alfonso Luigi Marra

 

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