Mario Haussmann  – (da “Il Manifesto della Sociosofia”) : I Grandi D’ITALIA Enrico Mattei – i Venditori dell’ Italia,Amato, Ciampi, Dini e Prodi

«Nelle economie moderne lo Stato non può disinteressarsidi ciò che accade nel mercato degli operatori privati, poiché sa perfettamente che il risultato delle loro decisioni può non essere conforme agli interessi generali della società, che è suo compito tutelare», disse Enrico Mattei pochi mesi prima di essere assassinato.


Mattei aveva un forte sentimento nazionalista, e questo si ripercuoteva sulle sue decisioni economiche.

Nella sua concezione, per lo sviluppo e l’autonomia del Paese era essenziale che il controllo delle fonti energetiche non fosse in mano straniera.

Recita testualmente un documento segreto dell’ambasciata americana del tempo, divenuto ormai di pubblico dominio: «Il contenimento del potere di Enrico Mattei … e la riduzione della sua possibilità di influenzare … il governo allontanerebbe una pesante minaccia…».Il tentativo di rendere l’Italia indipendente dal punto di vista energetico dall’America, gli è costato la vita.

Poco prima di morire Mattei aveva manifestato l’intenzione di denunciare una congiura accademica finalizzata a manipolare la realtà e l’opinione pubblica. 

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La risposta fu un’azione decisa, condotta dall’establishment petrolifero tramite la CIA. Sul governo di Roma piovvero minacce, mentre l’aereo che trasportava Mattei da Palermo a Bologna esplose in aria per una bomba piazzata dai mafiosi assoldati dalla CIA.

Inizialmente le attività petrolifere di Matteierano state completamente dipendenti da tecnici e attrezzature forniti dagli USA. Quando la testardaggine di Mattei iniziò a divenire scomoda ai vertici della piramide finanziaria e petrolifera, gli Stati Uniti incominciarono a sabotare le sue attività con una specie di embargo di fatto non dichiarato.

Mattei voleva rendere l’ENI libero da ricatti stranieri e dalle politiche di potere internazionali. Per questo egli acquisì, nel 1954, le industrie meccaniche e fonderie Nuovo Pignone di Firenze, che iniziarono a fabbricare macchinari e apparecchiature per la produzione e la lavorazione degli idrocarburi.

Ciò rese l’ENI indipendente dai voleri americani e ben presto la Nuovo Pignone S.p.A. conquistò la leadership nella produzione di materiale fondamentale per l’industria petrolifera.

La strategia di Mattei, volta a far raggiungere al Paese l’indipendenza energetica, fu un’idea che contagiò molte menti nel mondo e nel giro di pochi anni la Nuovo Pignone aprì nuovi stabilimenti, arrivando a esportare fino al 70% della propria produzione tecnologica, provocando non pochi grattacapi al colosso americano del settore General Electric.

Dopo la morte di Enrico Mattei, cioè di colui che aveva osato sfidare i monopoli petroliferi internazionali procurandosi molti amici ma anche nemici pericolosi, avvenuta il 27 ottobre 1962 in località Albaredo, a Bascapé in provincia di Pavia, le macchinazioni politico-finanziarie da parte del governo americano e della NATO, con tanti intrecci di potere nostrani, continuarono e si intensificarono, culminando negli anni Novanta nella privatizzazione completa dell’ENI.

Ciò completò la distruzione totale del sogno di Mattei dell’indipendenza energetica della nazione, rendendola definitivamente impossibile da raggiungere.

Nel 1993 la Nuovo Pignone fu ceduta dal governo italiano (Amato e Ciampi) proprio alla General Electric.

Da quando, negli anni Sessanta, le pressioni diplomatiche americane convinsero il governo italiano a bloccare le ricerche di petrolio e gas dell’AGIP, i condizionamenti volti alla cessione e liquidazione delle proprietà e attività dello Stato, soprattutto di quelle petrolifere, non sono mai cessati.

Sin dall’immediato dopoguerra, con il pretesto delle riparazioni belliche, i tentacoli della cupola hanno cercato di estendersi sulla sovranità energetica dell’Italia. Dapprima furono osteggiati da De Gasperi e da Mattei, ma il lavorio politico e di intelligence americano ha dato infine i suoi frutti, con la completa cessione a privati dell’ente petrolifero di Stato.

In questa manovra sono stati complici Amato, Ciampi, Dini e Prodi. È utile sottolineare che l’ENI ha sempre portato un’utile allo Stato, non avendo mai subito serie crisi.

Per esempio, nel 1997 il suo bilancio presentava un utile di 5851 miliardi di vecchie Lire. Nella privatizzazione dell’ENI ha avuto un ruolo di spicco, in qualità di financial advisor, la banca NM Rothschild & Sons Ltd.

Intervista a Mario Haussmann

https://www.robertodimolfetta.it/libri/intervista-mario-haussmann/?fbclid=IwAR2Xr2JhxGgNDeXL-9_zOJypqbr2xp9qBdCwbKQyAzlmtJaKauufunzZ2p8

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Mario Haussmann  – (da “Il Manifesto della Sociosofia“)

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